La rivista Lancet ha pubblicato, a nome di una competente Commissione, un’analisi dei fattori di rischio della demenza senile che possono essere bersaglio di strategie preventive (Dementia prevention, intervention, and care. The Lancet www. thelancet.com, vol 390: pag 2673 December 16, 2017).
Dallo studio emerge che i fattori culturali e socio-economici (educazione, attività intellettuali), assieme alla perdita dell’udito, rappresentano ben un terzo di tutti i fattori di rischio, mentre i rimanenti due terzi é dovuto a malattie cronico-degenerative (arteriosclerosi, ipertensione), metaboliche (diabete, obesità, iper-colesterolemia), abitudini voluttuarie (fumo, alcool), uso di un’alimentazione di tipo non mediterraneo nonché processi infiammatori cerebrali.
Inoltre lo studio fornisce un’importante informazione di carattere meccanicistico poiché identifica lo stress ossidativo responsabile della produzione dei radicali liberi quale meccanismo biologico comune, anche se non unico, a tutti i principali fattori di rischio.
Alla luce di quanto sopra, appare chiaro che un ritardo della comparsa o un’attenuazione della gravità della demenza senile richieda l’applicazione di politiche socio-culturali dedicate, anche se di non facile e rapida realizzazione. Differentemente, ogni intervento sanitario capace di diminuire gli effetti dello stress ossidativo (fumo, diabete, ipertensione, etc) rappresenta un strategia di più facile e rapida attuazione, soprattutto in associazione all’uso di diete ipocaloriche e ricche in antiossidanti.